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generale
Unità di misura - definizioni
Nel corso verranno correntemente utilizzate unità pratiche o unità
CGS che sono comuni nell'astronomia X.
-
elettron-Volt (eV):
erg;
J;
-
1 Angstr
m
(1 Å) = 0.1 nm =
m
-
un fotone di energia E = 1 keV ha una lunghezza d'onda di 12.4 Å
= 124 nm
-
la luminosità delle sorgenti celesti viene normalmente espressa
in erg s-1
-
il flusso in raggi X misurato alla Terra da una sorgente celeste viene
normalmente espresso in erg cm-2 s-1 keV-1
-
gli spettri in energia (densità di flusso in funzione dell'energia)
sono normalmente espressi in fotoni cm-2 s-1 keV-1
-
una misura di flusso (deprecata, ma molto in uso) e' il milliCrab (indicato
anche con mCrab), definito come il rapporto in un intervallo definito di
energia fra il flusso misurato dalla sorgente in oggetto e quello misurato
dalla Nebulosa del Granchio (Crab Nebula); un flusso uguale a quello della
Nebulosa del Granchio viene indicato come 1 Crab (= 1000 mCrab); tale misura
di flusso, eminentemente pratica, é deprecata in quanto confronta
emissioni di sorgenti (la sorgente in esame e Crab, considerata come candela
standard) che nella quasi totalità dei casi hanno spettri (distribuzione
differenziale dei fotoni rispetto all'energia) differenti; é quindi
una misura inaccurata, anche se molto semplice dal punto di vista pratico,
del flusso da una sorgente celeste
L'intervallo in energia dei fotoni del quale ci occuperemo é da
0.1 a 300 keV. Più di quattro decadi in energia.
Questo intervallo viene spesso diviso in tre sottointervalli:
-
0.1-1 keV: raggi X ``molli'' (soft X-rays)
Å, banda confinante con quella dell'estremo ultravioletto (EUV) -
la visibilità dalla Terra in questa banda è fortemente limitata
dal valore della densitá colonnare di idrogeno neutro, convenzionalmente
indicata con NH
-
1-10 keV: viene indicata come la banda dei raggi X ``classici''
Å- in questa banda sono spesso rivelate righe di emissione dovute
a fluorescenza (shell K) di magnesio, zolfo, silicio e soprattutto ferro
-
10-300 keV: viene indicata come la banda dei raggi X ``duri'' (hard X-rays)
Å- in questa banda sono quasi esclusivamente rivelate emissioni da
processi non termici - per una classe di sorgenti galattiche (pulsar X
in sistemi binari) sono state rivelate righe di ciclotrone
Tabella 1.1
Energia |
Lunghezza |
Temperature |
NH limite |
(keV) |
d'onda (Å) |
(gradi Kelvin) |
(atten. ) |
|
|
|
|
0.1-1 |
124-12.4 |
 |
 |
|
|
|
 |
1-10 |
12.4-1.24 |
 |
 |
|
|
|
 |
10-300 |
1.24-0.04 |
 |
> 1024 |
(a) Morrison R., McCammon D., Astrophysical Journal, vol. 270,
pag. 119 anno 1983
Tabella 1.2
Energie di transizione per ioni idrogenoidi
Elemento |
Energia di |
|
transizione (keV) |
|
|
Neon |
1.02 |
Magnesio |
1.47 |
Silicio |
2.00 |
Zolfo |
2.62 |
Ferro |
6.95 |
Gli esempi riportati, tutt'altro che esaustivi, dimostrano che le diverse
bande di energia forniscono diverse informazioni sulla zona di emissione
e sul meccanismo che produce la radiazione X osservata. Queste informazioni
si possono considerare in molti casi, non sempre comunque, complementari.
Anche dal punto di vista dei rivelatori e dei telescopi utilizzati,
le tre bande sono chiaramente distinte.
La focalizzazione mediante ottiche a riflessione per incidenza radente,
assimilabili per prestazioni nella risoluzione di immagini ai telescopi
ottici é per ora possibile sino a 10 keV. Nella banda dei raggi
X duri, si utilizzano collimatori meccanici per limitare il campo di vista
degli strumenti.
I rivelatori nelle tre bande di energia hanno requisiti, caratteristiche
e prestazioni diversi.
Le sorgenti celesti sono visibili solo al di sopra dell'atmosfera (razzi
o satelliti) per E<20 keV ed anche a quote di palloni stratosferici
(
40 km di altezza) per energie più elevate.
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Daniele Dal Fiume
5/5/1998