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Tempo morto (dead time) e ``pile-up''

L'analisi di ciascun evento registrato da un rivelatore avviene in un tempo finito. Il tempo necessario all'analisi dipende dal tempo di processamento analogico, che può includere analisi necessarie alla qualificazione del segnale per, ad esempio, ridurre il fondo strumentale, e dal tempo di processamento digitale, che include la conversione analogico-digitale e tutte le eventuali successive operazioni sulle quantità digitizzate.

Chiaramente il tempo limite di reazione di un rivelatore é legato al tempo tc di raccolta delle cariche generate dall'interazione del fotone con il rivelatore (vedi inizio capitolo 2.3). Tuttavia in genere, come accennato, questo tempo é molto più breve del tempo di risposta dei circuiti di analisi del segnale.

Indichiamo con tA il tempo necessario per l'analisi di un singolo evento. Nel caso dei contatori, si indica come tempo morto del rivelatore nel limite di bassi conteggi ($\ll \frac{1}{\mbox{t}_A}$) il prodotto del rate di conteggio per il tempo di analisi. Indica quindi il tempo durante il quale l'elettronica di analisi non può accettare nuovi eventi.

Può anche verificarsi il caso che due eventi successivi siano talmente vicini nel tempo da essere riconosciuti dall'elettronica di analisi come un unico evento. Questo caso si indica con il termine ``pile-up''. In questo caso l'analisi dell'evento effettuata dall'elettronica risulta chiaramente errata, essendo il segnale generato dal rivelatore ed analizzato dall'elettronica dovuto alla somma di due singole interazioni.


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Daniele Dal Fiume

5/5/1998