Rubrica Networking

Intervista con Paolo Nuti

Articolo collegato a ISDN, la situazione

A Paolo Nuti, direttore di MCmicrocomputer ed alla guida di MC-link fin dai suoi esordi nel lontano 1986, grande conoscitore del discorso telecomunicazioni in Italia e nel mondo, poniamo qualche domanda su ISDN e i temi ad esso collegati

di Luciano Giustini

Ingegnere, un provider importante come MC-link è sicuramente attento all'evoluzione del mercato delle telecomunicazioni in Italia. ISDN sembra lo standard dei prossimi anni, ma già si parla di cavi coassiali e TV-Internet interattiva, francamente pensabile più come un incubo che come evoluzione tecnologica della Rete. Lei che ordine di importanza concede a ISDN nel futuro telematico italiano e, secondo lei, quale tempo di vita potrebbe avere prima dell'esplosione delle caldeggiate tecnologie a larga banda?

Nei prossimi due anni ISDN rappresenterà il 25% circa delle connessioni. Il rimanente 75% sarà equamente diviso tra connessioni analogiche a 56Kbit e le attuali 28,800/33,600. ISDN è un tipo di connessione che porta miglioramenti evidenti all'utente. La pulizia della linea consente velocità sostenute nel tempo per la navigazione in Internet, oltre a un miglioramento generale di tutte le connessioni (pensiamo ai Fax G4, per esempio, NdR). Dal lato provider il passaggio a ISDN porta a una situazione pił lineare per le apparecchiature, tutte di tipo digitale, che possono fornire connettività di tipo analogico via software o per altri apparecchi in cascata.
Il tempo di vita di ISDN è stimabile in sette, otto anni. Le fibre ottiche già sono installate o in via di installazione in molti centri urbani, mentre i cavi coassiali cui si diceva, in particolare, sono tecnologie che porteranno certamente delle offerte alternative a ISDN nei prossimi anni. Tuttavia bisognerà vedere quali tipi di servizi saranno disponibili, con quali modalità e con quali costi. Per fare un esempio, in Austria 1,4 Mbit su Cable Modem vengono venduti a poco più di 100,000 al mese. Le reti via cavo, poi, funzionano solo se vengono distribuiti degli organi di commutazione nelle centrali, e i costi aumentano ulteriormente. Basti pensare che nel caso di ISDN Telecom Italia e in generale le società telefoniche non devono fare modifiche strutturali di alcun genere presso le centrali, che nella maggior parte dei casi sono già tutte digitali. In ogni caso, e questo è un discorso più generale, sarà nel tempo la connettività analogica a provocare aggravi di costo, per la necessità di convertire strutture digitali, e non viceversa.

Parliamo di tariffe di abbonamento a Internet, nervo scoperto dei provider italiani e fonte di discussione su molteplici fronti con un unico fattor comune: gli altissimi costi che il provider privato deve sobbarcarsi per mentenere le linee. Con ISDN, ma anche con i nuovi modem a 56Kbps, la situazione sembra complicarsi ulteriormente. Se fino ad ora, pur tra notevoli sforzi organizzativi - che hanno contribuito tra l'altro a una sorta di selezione naturale dei provider - è stato possibile contenere i costi degli abbonamenti a prezzi politici e a regime forfettario, nei prossimi mesi le cose sono destinate a mutare: si parla insistentemente, ormai, di tariffazione a tempo e/o a traffico. Lei è stato uno dei primi ad auspicare tale sistema, che a questo punto pare irrimandabile. Come si comporterà MC-link in questo senso e che impatto si attende sugli abbonamenti e, in generale, sull'andamento della curva di crescita Internet a fronte di costi aggiuntivi per l'utente?

La situazione per quanto riguarda il costo degli abbonamenti ai privati, che rappresenta il grosso per ogni provider da un punto di vista quantitativo e infrastrutturale, è a un punto di svolta, non certamente negativa nè per una parte nè per l'altra. Da tempo si aspettava la "prima mossa" di qualche grande provider per la variazione dell'assetto tariffario, e il fatto che sia stata Telecom Italia a compierla non può che rendere il passo pił semplice e comprensibile a tutti. Il rapporto costi/guadagni che oggi un provider deve affrontare è molto sproporzionato e per non giungere al fallimento nel giro di poco tempo si devono utilizzare strade collegate di servizi remunerativi, oppure rimetterci di tasca propria fin quando è possibile, sperando in tempi migliori, sempre che la società sia dotata di spalle larghe e possa permettersi investimenti di lunga portata. MC-link paga a Telecom Italia quasi 800 milioni l'anno, ricevendo un servizio non propriamente buono e tutta una serie di ritardi e negligenze ben note a coloro che leggono i miei editoriali su MCmicrocomputer. Per poter avere un termine di paragone su questo discorso, vediamo che in USA le linee costano un ottavo rispetto all'Italia, mentre gli abbonamenti viaggiano sulle 400,000 lire l'anno per connettività a 28,800. Se ne deduce quanto sbilanciamento ci sia tra l'una realtà e l'altra. Noi offriamo comunque una connettività ben dimensionata (8 Mbit, di cui 4 nazionali e 4 internazionali) a fronte di un numero di abbonamenti reali vicino ai 10,000 (utenza residenziale).
Per quanto riguarda le variazioni tariffarie di MC-link, posso dire che verrà instaurato un limite di tempo contrattuale, comunque abbondantemente superiore al tempo medio di collegamento, mentre il maggior costo dell'abbonamento non inciderà in modo eccessivo, rimanendo comunque sempre estremamente competitivo per i servizi offerti alcuni dei quali esclusivi (per esempio le conferenze interne, MC-Web, NdR). Di impatti sugli abbonamenti, in realtà, non pensiamo ce ne saranno, anche a fronte del fatto che queste variazioni saranno contemplate in poco tempo dalla maggior parte dei provider. Non dimentichiamo, inoltre, che queste variazioni seguiranno un miglioramento generale del servizio, mentre i limiti di tempo porteranno benefici all'utente per la maggiore banda disponibile.
La curva di crescita Internet in Italia punta sempre stabilmente verso l'alto, malgrado certi toni allarmistici ravvisati su alcun testate di recente. Noi prevediamo un numero non inferiore a 250,000 utenti residenziali per la fine del '97.

Veniamo a una questione che interessa molti nostri lettori. ISDN, nella configurazione BRI con due linee, permette una connessione multibundled a 128 Kbit. Nel caso più generale, tuttavia, l'offerta dei provider si concentrerà sul solo canale a 64 Kbit, rendendo di fatto i modem 56 Kbps e ISDN molto vicini e concorrenziali, mentre il secondo in realtà è su un gradino tecnico più alto. In termini commerciali e tecnici quali differenze prevede per questo tipo di offerta?

Il fattore di proporzione per l'ISDN è il due, e su questo dato ruota l'offerta commerciale e le caratteristiche tecniche correlate a questo standard. Su una linea di 64 Kbit si possono installare fino a sedici modem V.34 con tranquillità, ma già con una connessione base ISDN questo valore scende a otto, mentre con un multibundling (utilizzo di entrambi i canali ISDN e quindi di due linee per arrivare a 128 Kbit, NdR) arriviamo a quattro. Analogamente, dal punto di vista commerciale un utente ISDN dovrebbe pagare il doppio di un utente analogico a 28,800, mentre con una banda piena il costo sale a quattro volte. In realtà ogni provider propone, o proporrà, delle offerte personalizzate in base all'effettivo uso che l'utente prevede di fare della banda. In ogni caso si prefigura l'utilizzo della linea a 64 Kbit come il più utilizzato per una serie di motivi. Per l'utente perchè il multibundling prevede l'utilizzo contemporaneo di due linee, con conseguente doppia tariffa telefonica per singolo collegamento; per il provider perchè tenere impegnate due linee e una banda a pieno regime ha un costo più alto che si riversa sull'utente.

Paolo Nuti è raggiungibile su Internet all'indirizzo p.nuti@mclink.it


Luciano Giustini è raggiungibile su Internet tramite la redazione, e all'indirizzo coord@beta.it

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