Rubrica Networking

ISDN, la situazione

La linea digitale di servizi integrati: le strategie, la situazione in Italia, i provider, le società di telecomunicazioni

Articolo collegato a HARDWARE: Modem, situazione attuale e sviluppi futuri

di Luciano Giustini

Saving location Nel 1992 si iniziava a parlare di ISDN anche in Italia. Nel '94 arrivavano le prime schede per PC e venivano commercializzati i primi "modem" che supportavano doppio standard (ISDN-Analogico). Contemporaneamente l'entusiasmo dei telematici (in quel tempo si "navigava" in Fidonet e nelle BBS, il WWW stava appena nascendo) saliva alle stelle, arrivando a prevedere un veritiginoso sviluppo dello standard digitale di lì a pochi mesi, al massimo un anno.

  Siamo nel 1997 e si inizia a parlare adesso di ISDN come ragionevole alternativa. E' curioso come vanno le cose nel mondo dell'informatica, questo lo deve aver già scritto molta gente. In quattro anni si è vista l'esplosione di Internet e del WWW, le linee sono diventate quasi tutte digitali (almeno nei centri medio-grandi), i computer hanno decuplicato la loro potenza, i provider sono spuntati come funghi, ma noi abbiamo ancora una velocità di connessione al massimo di 28.800 bit per secondo (tralasciamo i 33.600, tanto il discorso cambia di pochissimo), pari a un "fantastico" transfer-rate di 3, 3.2 KByte. Ma questo solo nella migliore delle condizioni perchè in Internet, si sa, viaggiare a poco più di 2 KB al secondo (intendo come media) è già una coincidenza fortuita e quasi mai duratura nel tempo.

Integrated Services Digital Network

Non mi dilungo più di tanto sui particolari tecnici di ISDN perchè per questo c'è già l'ottimo articolo di Andrea Nenni sui modem prossimi venturi, a cui vi rimando senz'altro. Diciamo solamente che il sistema ISDN è interamente digitale, si basa su diversi protocolli, V.110, V.120, X.75 e altre sigle di cui ora ci importa relativamente, prevede una larghezza di banda fruibile, nella configurazione BRI, di 128 Kb (Kb = Kilobit) suddivisa in due canali da 64 Kb ognuno, più un canale da 16 Kb di servizio, e, cosa più importante, è totalmente compatibile con le esistenti installazioni telefoniche, vale a dire il famigerato doppino.

  Il costo delle schede ISDN nel '94 era ancora altissimo, mentre la nostra Telecom (allora SIP) richiedeva per allaccio e canone rispettivamente il doppio di un'utenza normale. Di utenza privata, poi, non se ne parlava proprio, essendo previsto inizialmente il solo contratto del tipo aziendale. Oggi la situazione è decisamente migliore, ed è destinata a migliorare ancora nei prossimi mesi. I costi per una linea ISDN non sono molto distanti (e addirittura convenienti nel caso di linee (*) multiple) da quelli di una linea analogica e i "modem" (adesso vedremo perchè l'ho messo tra virgolette) per ISDN costano poco più di quelli analogici. Il tutto è appetibile sia per l'utenza aziendale, sia, soprattutto, per quella domestica.

Il modem? Non serve più. O quasi

Innanzitutto è bene precisare che il modem (MOdulatore-DEModulatore) con una linea ISDN non ha più storia. Siamo nel mondo degli zero e uno, lo stesso del computer, lo stesso della centrale, lo scopo di un fischiatore dentro un cavetto di rame termina nel momento in cui installiamo ISDN. Serve invece un altro dispositivo, detto Terminal Adapter (TA), che ha lo scopo di interfacciare il nostro computer con la linea, è più semplice e parla lingua digitale. I TA sono in maggioranza interni (le classiche schede da infilare in uno slot libero del computer), sono prodotti da molte piccole aziende, costano poco e sono Plug and Pray. Ciò significa che adottano l'emergente standard "Infili la scheda, e preghi che tutto vada a posto da sè altrimenti sei fregato". Questo ovviamente se si possiede Windows 95. In molti casi la compatibilità con altri sistemi operativi è scarsina. Qualcuno (Datalink e altri) fornisce driver per Windows 3.1, ma probabilmente fra un po' neanche più questi. Qualcun'altro (è il caso di alcune schede distribuite da Telecom) fornisce un driver (CAPI) per OS/2 su cui poi va installato un altro driver per impartire comandi AT.
In questo filone spezzettato si inseriscono i "grandi" produttori di modem, Zyxel (http://www.zyxel.com) e USR (http://www.usr.com) in testa, con dei prodotti sopra la media. Vediamo quali. La strada intrapresa per aggirare il problema dei vari sistemi operativi e dei relativi driver per schede TA è stata, finora, quella di produrre un apparecchio esterno, con funzionalità di modem analogico, TA ISDN o tutti e due (fino a poco tempo fa era quest'ultimo tipo il più diffuso). In questo modo tutti i sistemi vedono il modem, che si collega alla porta parallela o seriale, potendosi connettere, con delle lievi modifiche negli script e nelle proprietà del dispositivo collegato, al provider digitale o quello analogico. Tutto bene, o quasi? Non tanto, perchè quando sono due apparecchi in uno il costo ovviamente sale, e non di poco. In alternativa è possibile prendere le versioni interne di tali "modem", che hanno un costo leggermente inferiore, e sono dotate di driver e contro-driver (comunque sempre solo per i "maggiori" sistemi operativi, non tutti).
  Ultimamente l'offerta si sta diversificando, e già Zyxel e USR producono TA semplici in formato esterno. Zyxel (tra i leader storici nel mondo dei modem) ha lanciato un apparecchio esterno dotato di doppia porta seriale e funzionalità avanzate di connessione e diagnostica (Omni TA), mentre proprio in questi giorni ci è arrivato in redazione il successore di questo, l'Omni.net (http://www.cofax.it/omninet.html), dotato di una sola porta, quindi più economico, e stesse funzionalità ISDN. Questa versione sarà commercializzata in Italia per l'estate. La prova completa dello Zyxel omni.net sarà pubblicata nel prossimo numero di BETA, che vi consiglio di non perdere. Per il prodotto USR (Sportster 128K ISDN), invece, il problema è che non è prevista la commercializzazione in Italia. Ho interpellato i responsabili di USR Europe, e mi hanno confermato che il solo prodotto presente da noi per l'ISDN è il Courier I-Modem (http://www.usr.com/business/30404.html), che ricade nella categoria precedente, cioè modem + TA. Non che vada male, anzi (il Courier è anche detto V.Everything per la sua compatibilità con tutti i protocolli conosciuti), ma viene a costare al pubblico quasi un milione. Con i modelli "solo TA", invece, si riesce a stare entro le 500-550 mila lire come prezzo finale.

Pronto Telecom Italia? ISDN.

Abbiamo detto che il costo della linea ISDN è equiparabile a quello della analogica. Ponendoci quindi in una situazione tipica ipotizziamo la trasformazione dell'impianto esistente (di categoria B, Abitazione) in uno ISDN (BRI, Basic Rate Interface - Vedi articolo). Si chiama Telecom Italia (il 187, se non erro), si evoca il nome "ISDN" e come per incanto si viene passati a un operatore-che-ci-capisce. A quest'ultimo in genere bastano poche parole per capire tutto e definire nei particolari il vostro nuovo contratto: entro pochi giorni un tecnico Telecom verrà a installare a casa vostra la cosiddetta "borchia", nome dietro al quale si cela il terminale di rete per l'ISDN. Negli USA tale "borchia" è fornita insieme ai TA, in Europa invece è installata a cura della società telefonica e dentro ai modem non viene posta, ovviamente (e vengono detti S/T, contro il tipo U statunitense). C'è da notare che per questo motivo è fortemente sconsigliato acquistare apparecchi ISDN negli USA.

  A questo punto è bene precisare un paio di cose. Di "borchie" la società telefonica ne può installare di due tipi, completamente ISDN (si chiama NT1) e mista ISDN-analogica (NT1 Plus). Tra le differenze una è abbastanza importante: nella prima esistono solo prese ISDN, quindi non potete attaccarci i telefoni che avete fin qui utilizzato, nè fax, ecc., a meno che, appunto, questi dispositivi non siano ISDN (fax G4, per esempio). Si può facilmente intuire che questo tipo di borchia sia il meno richiesto (anche a causa del costo dei dispositivi ISDN, ancora alto). La seconda, invece, prevede una presa ISDN (RJ-45) e un certo numero di prese analogiche (i classici spinotti RJ-11), cui potete attaccarci anche il modem che attualmente usate. Ho scritto "un certo numero" perchè una linea ISDN BRI può essere configurata per gestire fino a 8 connessioni, con altrettanti numeri differenti (vedi Nota 1).
In altre parole quando si effettua la trasformazione dell'impianto, di default la società telefonica mette lo stesso numero che è stato utilizzato fino ad allora con la linea analogica (Telecom Italia ha precisato che è possibile nel 90% dei casi), e poi si possono specificare tante linee addizionali quante se ne vogliono, fino a un massimo di 8 (con un costo aggiuntivo molto basso). Anche qui, come ci ha confermato Telecom, c'è una stabilizzazione della domanda ed è sulla richiesta di due linee, spesso una per il telefono voce e una per il fax-modem per la posta o per navigare in Internet. In questo modo infatti si ammortizza agevolmente il costo, che nel caso analogico di due linee è di poco inferiore ma con velocità quasi dimezzate.

  Nel caso più generale, quindi, verrà installata una "borchia" NT1 Plus, con una presa ISDN e due prese analogiche con numeri singolari. A questo punto abbiamo il modem, abbiamo la linea ISDN, possiamo tranquillamente continuare a telefonare a voce o a ricevere fax con il metodo fin qui utilizzato, ci manca solo di poter navigare in Internet alla velocità permessa dalla larghezza di banda. Che è di 128 Kb, corrispondente più o meno a 14,4 KByte al secondo. O no?
No, perchè l'anello mancante, il provider, pone qualche condizione, e richiede anche un contratto diverso da quello utilizzato per l'analogico.

Il provider e ISDN

I provider non sono tutti uguali, e bisogna prima di tutto distinguere tra quelli che offrono ISDN e quelli che, per limitata banda a loro disponibile, non possono proprio farcela. Diciamo subito che, fino a poco tempo fa, tra i primi c'era proprio Telecom Italia con TOL (Telecom On Line), ponendosi in una condizione non propriamente corretta: aveva il monopolio delle linee ISDN e gestiva anche - unica tra i provider - gli abbonamenti (privati e aziendali) a tali linee. Attualmente la situazione è un po' più rosea. I provider che offrono contratti ISDN sono aumentati, tuttavia Telecom Italia adesso è scesa in campo con Telecom Italia Net che offre abbonamenti sia analogici sia ISDN. Insomma si migliora da una parte, ma la posizione predominante della società monopolista rimane sempre un fardello che il marketing si guarda bene dal scrollarsi di dosso.

  Nel stipulare un contratto di tipo ISDN con un provider non ci sono molte cose da controllare, per adesso. Tra le fondamentali, direi senz'altro il limite temporale di connessione, che sebbene la velocità sia più alta non dovrebbe mai essere inferiore a un'ora al giorno, e il limite di traffico, ancora più importante per il potenziale di dati che possono essere ricevuti/trasmessi. Un limite di traffico troppo basso può rivelarsi un boomerang nel caso di ISDN. Spesso si può scegliere tra il tipo di abbonamento normale a 64Kb o con multibundling a 128Kb. Il secondo, tuttavia, per il fatto che costa quasi il doppio di uno ISDN base e che prevede l'impegno di due linee con conseguente doppia tariffazione, non mi sembra al momento molto fruibile per l'utenza residenziale. Per il provider, assicuratevi che abbia almeno 6-8 Mbit di banda disponibile, suddivisa in nazionale e internazionale. Statisticamente parlando queste sono le "cifre" minime per servire un congruo numero di abbonati contemporaneamente connessi senza rallentamenti evidenti. Comunque il costo dell'abbonamento fisiologicamente cresce. Diciamo che da mie stime ci si dovrebbe attestare intorno al 60%-70% in più del costo degli attuali abbonamenti analogici. A titolo di esempio Telecom offre abbonamenti ISDN a partire da 335,000 lire l'anno più IVA. Le offerte possono ovviamente differire a seconda del tipo di servizio, dalla tariffazione scelta, e da altre variabili locali al provider.

Digressione: i costi cui "deve" sottostare un provider
Pongo volutamente la questione per dare un'idea della situazione italiana delle linee per telecomunicazioni digitali, che non è certo buona. Il fatto è che ogni provider deve per forza affittare la linea da Telecom Italia, che ne è il proprietario monopolista. La quale, con varie motivazioni, fa pagare queste linee a costi decisamente più elevati rispetto al resto del mondo, USA in testa ma anche Europa.(vedi intervista a Paolo Nuti) Un grande provider privato italiano versa miliardi alla Telecom, e per non fallire nel giro di due giorni deve in qualche modo rientrarci, non parliamo poi di guadagnarci. Gli abbonamenti da soli non bastano (per rientrare con i soli abbonamenti, questi dovrebbero costare all'utente finale decisamente di più di quanto è ora), quindi deve impegnare risorse per consentire entrate da altre parti, come pubblicità, servizi telematici, iniziative, ecc. E deve anche avere le spalle larghe perchè queste risorse non sono infinite, gli investitori neanche, e la concorrenza galoppa.

C'è un'altra considerazione da fare prima di chiudere il discorso provider.

Linea diversa, tariffe diverse

No, non di tariffe telefoniche parlo, ma della tariffazione che il provider applica. Con l'arrivo delle linee ISDN si applicherà il caldeggiato cambiamento di regime tariffario: non più a forfait come finora è stato, ma a traffico. In altre parole: se adesso 100 utenti pagano lo stesso identico costo per un abbonamento annuale in cui magari 90 usano il 25% di banda e 10 il restante 75% (ho volutamente esagerato il conto per rendere l'idea), si arriverà a 100 utenti che pagano ognuno in relazione alla banda che realmente usa.

Intervista con Paolo Nuti

Bene, abbiamo visto la situazione dell'hardware, abbiamo visto l'offerta della società di telecomunicazioni nostrana, abbiamo infine fatto alcune considerazioni sui cambiamenti che le linee ISDN porteranno nelle attuali connessioni e negli abbonamenti. C'è abbastanza carne al fuoco per ponderare qualche decisione sulla base delle indicazioni date, presenti e future. A questo punto non mi resta che darvi appuntamento al prossimo numero di BETA, dove parleremo di ISDN dal lato squisitamente operativo:

  • In prova lo Zyxel Omni.net, un TA esterno dal prezzo competitivo e dalle ottime prestazioni
  • Configurazione ISDN per alcuni sistemi operativi, cosa sapere e cosa controllare.
Alla prossima!


NOTE
(*) Nella terminologia usata da Telecom Italia si parla di "linee" addizionali, per non generare confusione nell'utenza non-tecnica. In realtà, sebbene in pratica vengano installati fino a 8 numeri diversi e quindi pensabili come linee, non si tratta di linee fisicamente separate, cosa ben comprensibile se si pensa che il doppino è uno solo, bensì di "post-selezione". La post-selezione, che avviene nel terminatore di rete, provvede a impegnare l'apparecchio giusto per il tipo di numero che è stato assegnato alla porta cui è collegato. Fisicamente, quindi, lungo il doppino arriva un segnale unico corrispondente a "una" linea (ciò che permette di non effettuare modifiche agli apparecchi di centrale), ma che essendo digitale contiene informazioni tali da pilotare fino a 8 connessioni, in armonia con le informazioni gestite dalla centrale e dal terminatore.
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Luciano Giustini è raggiungibile su Internet tramite la redazione, e all'indirizzo coord@beta.it

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