Chi ascolta Radio Deejay starà già sorridendo sotto i baffi. "Prendi questo treno alle 4.36" è uno slogan coniato per una parte del programma della radio milanese dedicata alla musica da ballo più intrigante, facente parte dell'universo house. Io ho pochissimo tempo, ora, per ascoltare la radio, ma il programma che va in onda alle 4.36 lo seguo sempre volentieri. Il motivo è semplice: mette allegria. E deve essercene tanta per continuare a portare avanti un compito arduo come BETA :-) Senza allegria, spirito di sacrificio e tanta passione dei singoli l'editoria elettronica nostrana non esisterebbe neanche sulla...carta. Le istituzioni non solo ci snobbano, ma ci prendono anche in giro. Ho sentito più volte in giro che esiste una Associazione Nazionale per l'Editoria Elettronica. Il Presidente è lo stesso della associazione per la carta stampata. Così mi sono venuti un po' di - legittimi - dubbi. E sono andato a cercare questa ANEE in giro per i motori di ricerca. Li ho impegnati un bel po', poverini, e alla fine tutti indistintamente hanno dichiarato forfait. Non c'è nulla su Internet che riporti una scritta ANEE o Associazione ecc. dentro un file. Ora, sembra a voi una cosa non dico normale ma seria che una tale associazione non abbia uno staccio di Homepage? Mi viene voglia di farla io, una contro-Associazione, se solo avessi tempo e possibilità. Ma tant'è. Se qualcuno ha notizia, per favore mi faccia un fischio, gliene sarò grato e la mia curiosità "professionale" sarà finalmente appagata.

Il titolo dell'editoriale? Prendi questo treno per me significa anche continuare a supportare l'editoria elettronica libera, indipendente e autorevole. Sapete cosa bisogna fare e quanti soldi bisogna spendere per fare una rivista "vera" in Italia? Meglio che non ne parlo. Anzi, no: parliamone. Bisogna chiedere autorizzazione all'ordine dei giornalisti, ma bisogna essere già giornalisti per fare un giornale. Il problema è che per essere già giornalisti bisogna aver scritto da qualche anno (due, mi sembra) su un giornale o una rivista. Ma la parte migliore deve ancora venire. Si paga più di un milione per la richiesta. Se però l'ordine dei giornalisti dà parere contrario alla nascita della rivista, il milione lo incamera lo stesso e voi dovete ricominciare da capo, tipicamente variando il nome della testata o il suo tema. Se avete superato anche questo passo, dovete registrarla al Tribunale competente perchè sia a tutti gli effetti riconosciuta come rivista. E giù altri soldi, sei-settecentomila lire. Praticamente un paio di milioni.

Ora viene il bello, come preannunciato. Dal modulo prestampato cito i "Supporti predefiniti per la diffusione della rivista": stampa, radio, televisione, videoterminale (!), teletext - VIDEOTEL e TELEVIDEO (ora sicuramente vado a creare una rivista nelle redazioni della RAI), videocassette, compact disc.
Manca qualcosa, vero? Chissà cosa direbbe la signorina di turno a sentirsi dire la parola Internet. Probabilmente chiederebbe qualcosa tipo "e scusi come fa a diffondere una rivista su - come ha detto che si chiama, la Internèt?" :-)

Mirror

Da questo numero è possibile prendere BETA anche da alcuni mirror oltre ai due "soliti" siti ufficiali (MC-link e CSELT). Questo anche per alleggerire un po' il traffico nei primi giorni di uscita, specie sul provider romano che già di suo soffre di alcune cadute sporadiche..

Luciano Giustini


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