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La guerra dei Browser, 2Nel Numero 9 di BETA parlai per la prima volta della "Guerra dei Browser", ovvero della guerra scatenata da Microsoft nei confronti del concorrente Netscape sul software che permette di navigare nel Web. Dopo la prima tornata della versione 3.0 di Navigator e di Internet Explorer, rispettivamente per Netscape e per Microsoft, è iniziata la corsa alla versione 4.0, che ha visto recentemente arrivare già al traguardo Netscape con Communicator. Forse sono andati troppo in fretta, ma il punto non è questo.Uno dei principali svantaggi di questa guerra, che altrimenti potrebbe apparire come una salutare boccata di concorrenza in un mercato prima dominato solo da Netscape, è che gli standard del Web, primo fra tutti l'HTML, rischiano di saltare. Il perchè è presto detto, e si vede già nella navigazione di tutti i giorni. Netscape per prima ha inaugurato questa strada, e Microsoft l'ha, se vogliamo, seguita e battuta. Netscape ha iniziato con le famose estensioni proprietarie, tag HTML che estendevano le limitatissime capacità dell'HTML prima maniera. Poi ha proseguito con estensioni sempre più particolareggiate e i plug-in, software da aggiungere alle pagine Web per ottenere certe funzioni, infine si è giunti a Java e JavaScript, con l'avvento del nuovo linguaggio proposto da Sun Microsystems. Già sembrava tanto così, e difatti i "poveri" disegnatori di pagine Web avevano un bel da fare per conciliare tutti questi strumenti e contemporaneamente mantenere la compatibilità con versioni precedenti di Netscape. Quando Microsoft è arrivata con Internet Explorer, si è aggiunta per così dire altra carne al fuoco: ActiveX al posto dei plug-in, VBScript al posto di JavaScript, altre estensioni HTML proprietarie e così via. Al sempre più indaffarato pagemaster non restava che fare due versioni delle proprie pagine speciali: una per Netscape, una per IE. Quando addirittura non tre: una anche compatibile all'indietro. Rischio di impazzire? Anche, ma fondamentalmente costi di sviluppo raddoppiati. Ed è per questo che ultimamente molti stanno richiedendo a gran voce una regolamentazione più stretta del settore, ma soprattutto che le due Case impegnate in questa guerra si mettano d'accordo sul supporto di standard comuni e non incompatibili gli uni con gli altri. In questo senso si sono mosse anche alcune grandi testate giornalistiche del settore, come per esempio ZDNet, colosso editoriale multinazionale (http://www.zdnet.com). Attraverso un suo sito Web molto seguito, AnchorDesk, ha organizzato un poderosa petizione tra i lettori, raccogliendo un monte di opinioni sull'argomento che hanno descritto un'unica grande richiesta: che Netscape e Microsoft cooperino per gli standard Web. In conclusione di ciò, la divisione capitanata da Jesse Berst presenterà alle due Case la petizione con la firma "virtuale" di tutti gli intervenuti al dibattito. Maggiori informazioni si possono avere all'indirizzo http://www.anchordesk.com/mad. Ma altre iniziative stanno nascendo in questo senso, e le testate sul Web sono in generale le più interessate a promuoverle, considerati gli sviluppi che l'editoria online ha avuto e sta avendo.
Che dire? Da disegnatore di pagine Web, anch'io mi unisco al coro di coloro i quali sperano di influenzare le scelte commerciali delle due Case sugli standard Web. Anche BETA sta organizzando un sondaggio, all'interno di un più ampio sondaggio sulla rivista (vedi oltre), su questo argomento. In Italia la diffusione di Internet non è ancora così capillare come negli USA, ma comunque stiamo crescendo, e in ogni caso rappresenta sempre un mercato e un movimento d'opinione non indifferente.
Luciano Giustini |
BETA Advertising
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