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Coordinamento di Luciano Giustini![]() |
di Ermanno Baccarini
Facciamo un breve riassunto delle puntate precedenti: Nella prima puntata abbiamo visto come definire i file (database) per il DNS Server. Con l’arrivo di Windows NT 4.0 beta 2 c’è da aggiungere una novità: il dnsadmin.exe. Come è facile intuire questo eseguibile serve all’amministrazione del DNS Server. Permette la visualizzazione delle indicazioni dei databases e la modifica. Nella seconda puntata della numerazione IP e abbiamo accennato alla Subnet Mask, di cui andiamo a parlare ora.Come trattare la Subnet MaskLa maschera di sottorete (subnet mask) serve ad individuare la parte del numero di IP che deve essere considerata come numero di rete e la parte che rappresenta il numero di host. Come abbiamo già visto ci sono tre classi e le relative maschere di rete per le numerazioni IP di Internet:
La maschera è simile ad un numero IP, ma il numero che rappresenta ha significato solo nel formato binario. Questo perché la parte della maschera che equivale a 1 deve far considerare la stessa parte del numero IP come numerazione di rete e quella equivalente a 0 alla numerazione di host. Facciamo un esempio. Se abbiamo un numero 199.10.2.156 (classe C) la relativa maschera di rete sarà 255.255.255.0 che equivale in formato binario: ![]()
![]() I tre ottetti che sono mascherati con 1 sono il primo, il secondo e il terzo. Abbiamo quindi 199, 10 e 2. Questi numeri vanno tradotti in forma binaria ed essere considerati globalmente, visto che le otto posizioni binarie sono tutte a 1. Avremo allora 199.10.2 viene tradotto in 11000111.00001010.00000010. Il numero di rete (network) viene quindi calcolato riunendo i tre ottetti in un unico numero binario 110001110000101000000010 che in forma decimale equivale a 13044226. Così se il numero di rete è 199.10.2 (13044226), il numero di host è 156 (binario 10011100). Il nostro numero di rete sarebbe stato diverso se la maschera di rete fosse stata diversa. Se al suo posto avessimo avuto 255.255.255.192, con l’ultimo ottetto che cambia da 0 a 192 (binario 11000000), la nostra maschera sarebbe stata: ![]()
![]() I primi tre ottetti restano invariati, quello che cambia è l’ultimo. Il numero 156 (binario 10011100) non può più essere considerato globalmente come numero di host, ma possono essere considerate solo le ultime sei posizioni dell’ottetto 011100 (decimale 28) mentre le prime due posizione passano al numero di rete 11000111000010100000001010 (decimale 52176906).
A questo punto la domanda che si presenta al lettore è evidentemente: "E allora? Tutto questo a che mi serve?" Le risposte a questa domanda potrebbero essere almeno due. Una di tipo accademico che suonerebbe più o meno così: "Serve e quando ti servirà te ne accorgerai!" ; e una di tipo esplicativo, e io preferisco di gran lunga la seconda anche se un po’ più lunga. Vediamo allora a cosa mi serve tutta questa teoria. Mettiamo di dover impiantare delle LAN per una società che ha trenta sedi diverse e che queste LAN debbano essere utilizzate come Intranet per l’uso interno e collegate ad Internet per permettere ai vari impiegati di collegarsi con le altre sedi sparse sulla Terra. In ogni sede ci sono un numero di impiegati che varia da circa 450 a circa 1500 che necessitano, per i motivi suddetti, di un indirizzo IP da utilizzare sul proprio personal computer. La quantità complessiva, comprese eventuali espansioni future, non supera le 50.000 numerazioni host quindi la cosa più semplice sarebbe quella di richiedere, all’Internet Provider addetto alla distribuzione degli indirizzi IP (locale), un indirizzo IP di classe B (199.100.0.0). Questo ci garantisce l’opportunità di avere più di 65.000 indirizzi host anche se ne utilizzeremo solo il 75% circa (si può comunque contrattare un range di numeri anche più vicino alle nostre esigenze, non si sprecano gli indirizzi IP). Ottenuto l’indirizzo di rete di classe B possiamo utilizzarlo in due modi: considerare la società come un unica rete ed assegnare ai primi due ottetti il compito di numero di rete (network) e il terzo e quarto come numero di host, assegnando ad ogni computer e periferica delle diverse sedi un indirizzo univoco; oppure dividere i quattro ottetti in maniera diversa e definire per ogni sede della società una sottorete (subnetwork) che comprenda tutti gli indirizzi di host di cui necessita. Nel primo caso inizieremo a definire la numerazione dei vari host dal 199.100.0.1 (il 199.100.0.0 è il numero di rete e non va usato) numero host 00000000 00000001 (decimale 1) determinato dall’unione di 0.1, fino al numero 199.100.255.254 (il 199.100.255.255 è l’indirizzo di trasmissione per tutti gli host della rete 199.100.0.0 e non va usato) numero di host 11111111 11111110 (decimale 1) determinato dall’unione di 255.254 (decimale 65534). In linea del tutto teorica questo è il sistema più semplice per definire gli indirizzi IP per ogni host, ma in pratica non avremo nessuna distinzione che evidenzi l’appartenenza di un indirizzo ad una determinata sede e questo ci costringe a definire una determinata strategia di distribuzione per avere indicazioni sull’appartenenza tra numero IP e sede di riferimento. Nell’insieme una visione abbastanza confusa delle singole realtà della società. ![]() Abbiamo però un’altra soluzione. In genere il collegamento tra LAN e Internet viene garantito da un router IP, che ci permette appunto di far dialogare i due sistemi diversi. Si tratta spesso di fare un collegamento di una linea digitale che si collega alla dorsale Internet con una LAN di tipo Ethernet o Tokenring (o altro). Ma oltre a questo, l’uso di un router ci permette di effettuare un mascheramento diverso tra la parte collegata ad Internet e quella alla LAN (Intranet). Possiamo allora suddividere il nostro indirizzo di classe B in 255 indirizzi (di sottorete) di classe C, con 254 numeri di host disponibile per sottorete, utilizzando i primi tre ottetti per il numero di rete e l’ultimo per quello di host, ma non risolveremo completamente il nostro problema ( 30 sedi con 450/1500 host). ![]() Dobbiamo suddividere ogni sede in almeno 6 diverse sottoreti e collegare ogni sottorete con le altre sottoreti della LAN con altrettanti router, uno per sottorete (questo perché una sottorete vede un’altra sottorete solo se sono collegate tramite un router che le unisce) ed infine aggiungere un router per il collegamento con Internet; oppure un router che ci permetta di collegare tutte le sottoreti direttamente a Internet e il gioco è fatto. Un poco complicato, ma discretamente efficiente. ![]() Un sistema più complesso a livello numerico, ma più semplice in pratica, e che permette l’impiego di un solo router tra Internet e LAN (Intranet), è quello di dividere l’indirizzo di rete di classe B in diverse sottoreti senza considerare i byte interi, ma bit-per-bit e abbinare ad ogni sede un unico numero di sottorete, con il relativo range di numeri di host necessari. Dividendo le sedici posizioni binarie complessive del terzo e quarto ottetto in bit-per-bit, possiamo utilizzare le prime 5 posizioni per il numero di sottorete, con cui potremo definire un massimo 32 sottoreti, che equivale al massimo numero che possiamo scrivere con un numero binario di cinque cifre è 11111 (decimale 32). Le restanti undici posizioni verranno utilizzate per il numero di host, con l’opportunità di definire un massimo di 2046 host per ogni sottorete, perché al numero binario di undici cifre 11111111111 (decimale 2048) vanno sottratti l’indirizzo 0 per l’indirizzo di sottorete e il 2048 per la trasmissione dei dati, rimangono perciò 2046 indirizzi utilizzabili per gli host. Questo è appunto quanto ci serve. Avremo che il terzo ottetto dell’indirizzo IP dovrà essere mascherato in maniera da utilizzare le prime cinque posizioni per il numero di sottorete, da aggiungere al primo e il secondo ottetto, e le restanti tre da aggiungere a quelle del quarto ottetto. La maschera verrà allora definita al terzo ottetto da 11111000 (decimale 248) e sarà 255.255.248.0. Per definire il numero della sottorete possiamo utilizzare solo la notazione binaria, che verrà poi tradotta in decimale:
Per identificare la sottorete 1 (bin 00001) basterà aggiungere tre zeri finali e avremo 8 (bin 00001000), così per la sottorete 2 (bin 00010) con i tre zeri diverrà 16 (bin 00010000) e così via. Se adottiamo lo schema sommario che riportiamo qui sotto potremo:
Considerando che il numero di host è composto da undici cifre per ricondurre il tutto ai soliti due ottetti dovremo sostituire le ultime tre cifre (posizioni) del terzo ottetto con le prime tre delle undici del numero di host e le restanti otto diventano il quarto ottetto:
Ricapitolando quanto detto possiamo dire che avremo un sistema più complesso per la definizione di una sottorete, ma molto efficiente e soprattutto con la dimensione ottimale per le nostre specifiche esigenze. La nostra prima sottorete avrà l’indirizzo 199.100.8.0 e disporrà di 2046 indirizzi di host, dal 199.100.8.1 al 199.100.15.254 (primo e ultimo indirizzo sempre liberi). La seconda avrà l’indirizzo 199.100.16.0 con gli indirizzi disponibili dal 199.100.16.1 al 199.100.23.254 e l’ultima sottorete la numero 32 sarà all’indirizzo 199.100.248.0 e avrà gli indirizzo di host dal 199.100.248.1 al 199.100.255.254. ![]()
Tutto chiaro? Se avete quesiti, sapete dove contattarmi! Passo e chiudo, alle prossime...
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