![]() Scheda madre Pentium SOYO SY5FT2 Triton-II HXProva su strada di una mother board per tutti i Pentium in circolazione, dal 75 in su; il confronto tra le prestazioni del Triton-II HX e del Triton. di Fernando Carello
I chipset Saturn e Neptune, infatti, hanno equipaggiato la maggior parte delle schede madri Pentium della prima generazione, e l'avvento del Triton ha ulteriormente consolidato la presenza Intel nei PC di tutto il mondo. Da alcuni mesi sono disponibili in Italia le schede madri di classe Pentium equipaggiate con il successore del Triton, ovvero il Triton-II. Questo chipset, le cui due versioni (VX ed HX) abbiamo già presentato nell'articolo "Consigli per gli Acquisti" nella rubrica Hardware di BETA 0596, promette prestazioni migliori del precedente, nonché funzionalità aggiuntive. BETA ha deciso di inaugurare la serie PROVE HARDWARE proprio verificando questo: abbiamo provato, infatti, la mother board SOYO SY5TF2, equipaggiata con chipset Intel Triton-II HX, e l'abbiamo confrontata con una Microstar P54CTR1 equipaggiata con il "vecchio" Triton.
Caratteristiche principaliLa Soyo, che aderisce al fattore di forma Baby-AT (vedi articolo sull'ATX, BETA 0596), permette di montare CPU Intel Pentium P54 e P55, nonché AMD 5k86 e K5 e le Cyrix/IBM 6x86 e 6x86L, su zoccolo ZIF tipo 7; tutte le CPU sono supportate in modo completo, grazie all'ampia disponibilità di frequenze-base (50, 55, 60 e 66 MHz) e di fattori di moltiplicazione (1.5, 2, 2.5, 3), nonché diverse frequenze di alimentazione (3.3V e 3.5V per le CPU monotensione, più 2.5V, 2.7V e 2.9V per le CPU ad alimentazione duale; quest'ultima caratteristica non è però "di serie", ovvero non è presente su tutte le schede SOYO HX).Per un approfondimento sui vari tipi di CPU oggi disponibili, vedi l'articolo di Andrea Nenni su questo stesso numero di BETA.
Sono presenti 4 slot PCI e 4 slot ISA, uno dei quali è però condiviso (ovvero, se si monta una scheda di un tipo
non c'è lo spazio fisico per montare l'altra): possiamo quindi contare contemporaneamente su 4 PCI + 3 ISA, o 3 PCI + 4
ISA. Le due seriali sono del tipo ad alta velocità 16550AF, con relativo buffer; la parallela può funzionare in diversi modi, dal semplice monodirezionale al nuovo ECP bidirezionale ad alta velocità via DMA.
Per ciò che riguarda la memoria, sono presenti 4 alloggiamenti per SIMM 72 pin (ricordiamo che il Triton-II HX non
supporta le S-DRAM, pertanto il relativo connettore DIMM 168 pin non è presente) ed il connettore COAST che permette di
portare la cache di secondo livello dagli attuali 256 KB (integrati su mother board; si tratta di cache pipelined burst da 7 ns,
con TAG da 15 ns) a 512 KB tramite opportuna schedina DIMM. Completa il quadro la presenza a bordo di un BIOS NCR SCSI 306, che permette di acquistare un adapter SCSI NCR PCI senza BIOS, con un certo risparmio; purtroppo, tali ottimi adapter non sono di facile reperibilità in Italia.
Analisi staticaPassando all'analisi statica, rileviamo come la mother board venga fornita completa di cavi e porte seriali e parallela, cavo floppy e due cavi IDE con due attacchi ognuno. Viene inoltre fornito un dischetto contenente i driver Triones (vedi l'articolo sui driver DMA in questo numero) per sfruttare al meglio il chip Intel PIIX3 82371SB, integrato a bordo e incaricato di guidare i due canali ATA-2 con modi dal PIO 0 al PIO 4 e DMA Bus-Master dal Single-Word 1 al Multi-Word 2 (per una panoramica sull'ATA-2 e relativi modi di trasferimento, vedi BETA 0395).
Un manuale sufficientemente preciso e completo ed una scheda per l'assistenza tecnica costituiscono il resto della dotazione;
mancano invece le utility per l'aggiornamento del BIOS, possibile dopo aver ottenuto (ad esempio via Internet) la nuova immagine
del BIOS. Detta utility è comunque reperibile presso il sito Internet del produttore:
www.soyo.com.
Osservando la scheda si nota un design sufficientemente pulito; spiccano i due grossi dissipatori in alluminio anodizzato,
necessari per i due regolatori di tensione che portano la tensione di alimentazione (5V) della mother board, troppo alta per le
CPU moderne, ai più bassi voltaggi menzionati in apertura. Tale necessità scomparirà con l'adozione del nuovo
standard ATX (vedi BETA 0496 e 0596), che prevede una linea
d'alimentazione a 3.3V.
Il montaggio della scheda non presenta particolari difficoltà : sono presenti un buon numero di fori, alcuni dei quali
ovali. La scheda non è dotata di presa per l'alimentazione della ventolina per CPU, che va quindi collegata, con un apposito adattatore, ad uno dei connettori per i dischi uscenti dall'alimentatore.
Esame dinamicoL'avvio non è rapidissimo: passano alcuni secondi (dovuti all'inizializzazione del supporto Plug & Play) prima che appaiano le sigle caratteristiche delle schede EnergyStar-compliant; in compenso, tutte le unità IDE collegate sono state riconosciute correttamente (compreso un CD ROM ATAPI Pioneer 10x), ed i Sistemi Operativi testati (DOS, OS/2, Windows NT, Linux) sono partiti senza errori o malfunzionamenti.In corrispondenza alla prima accensione, è comunque buona norma controllare i parametri del Setup, per accedere al quale occorre, come sempre, premere il tasto CANC durante le prime fasi del POST.Come di norma sui recenti BIOS Award ed AMI, il Setup è diviso in numerose sezioni e dispone di un (ridottissimo) help on-line. Le parti che ci interessano maggiormente sono: STANDARD CMOS SETUP CHIPSET FEATURES SETUP PCI & ONBOARD I/O SETUP Per una panoramica generale sulle voci dei Setup, vedi una serie di articoli denominati "Uno sguardo al Setup", su BETA 0295, BETA 0395, BETA 0296. Standard CMOS Setup Partendo dalla prima sezione, notiamo la tabella con i settaggi per tutti e 4 gli hard disk IDE; per ciascuno è possibile indicare anche il tipo di traslazione geometrica (Normal=CHS, Large ed LBA, vedi BETA 0395) in modo indipendente, caratteristica che non appariva sulle prime schede Triton (dove i parametri per gli hard disk del secondo canale erano affidati unicamente all'autodetect, che spesso non settava l'LBA).L'IDE autodetect, peraltro, funziona piuttosto bene.
Chipset Features Setup Le regolazioni possibili all'interno dei questo settore sono quelle che più incidono sulle prestazioni del computer; peraltro, un errore qui può portare a malfunzionamenti e blocchi del sistema, spesso difficili da individuare.Proprio per questo, teniamo a sottolineare che i settaggi di seguito descritti, scelti dopo una serie di prove sul nostro sistema, non sono affatto da intendersi di uso generale: per la vostra scheda potrebbero rivelarsi inadeguati e causare malfunzionamenti. Il libretto che accompagna la scheda madre raccomanda di usare l'Auto Configuration, lasciando così al BIOS il compito di settare la maggior parte dei parametri in base all'hardware rilevato.
La prima voce permette di abilitare/disabilitare l'Auto Configuration (per default è abilitata).
La voce DRAM Timing consente di specificare la velocità di accesso nominale delle SIMM installate. PnP/PCI Configuration
Questa sezione permette di regolare le funzionalità "Plug & Play" di cui la scheda
è dotata; ricordiamo che il "Plug & Play" è in realtà un mosaico costituito
da diverse tessere: ci vuole il supporto da parte del chipset (per le funzionalità di
auto-routing degli IRQ, dei canali DMA e degli indirizzi), del BIOS (per i Power-On Self Test
che permettono di identificare le funzionalità PnP delle schede), del Sistema Operativo
(che deve poter utilizzare IRQ e DMA in modo dinamico, ovvero non vincolato a questo o a quel
dispositivo) e, ovviamente, delle schede stesse.
Il supporto PnP può funzionare sia in modo completamente automatico (all'utente vengono
nascosti del tutto i settaggi relativi agli IRQ ed ai DMA) che semiautomatico: quest'ultimo
caso è a nostro avviso preferibile, in quanto i suddetti tasselli tendono ancora a
combaciare con difficoltà, nell'attuale panorama hardware/software dei PC. Integrated Peripherals In questa sezione si possono regolare i parametri di funzionamento delle periferiche integrate sulla scheda madre, ovvero le due porte seriali, la porta parallela e i due canali per le periferiche IDE.
Le prime 8 voci si riferiscono ai parametri di funzionamento IDE, per i quali vi rimandiamo
al relativo articolo su BETA 0395; se avete Hard Disk o
CD-ROM abbastanza recenti, comunque, consigliamo di lasciare su Enabled le prime 4 e su Auto
le altre 4.
La porta parallela può essere settata per lavorare su 3 diversi indirizzi di base e 2 IRQ (il 5
ed il 7); può inoltre funzionare in modalità SPP (porta paralella unidirezionale
vecchio tipo, per intenderci quella dei primi PC), EPP (bidirezionale alta velocità,
necessaria per le stampanti più recenti e per dispositivi esterni su parallela quali
scanner, CD, hard disk portatili), ECP (bidirezionale estesa, con possibilità di
sfruttare un canale DMA per i trasferimenti e capace di un Transfer Rate massimo teorico di 800
KB/s). Bene, è giunto il momento di .. tirare fuori i cronometri: rileviamo le prestazioni della scheda, confrontandola con la Microstar Triton.
Va sottolineato che le due schede, oltre a montare chipset diversi, montano anche due diversi
tipi di cache di secondo livello: normale SRAM asincrona da 15 ns per la Microstar, SRAM
pipelined-burst da 7 ns per la Soyo.
Il primo gruppo di test è composto da benchmark veri e propri, si tenta dunque di saggiare le prestazioni del sistema utilizzando simulazioni sintetiche che mettano alla prova, in vario modo, CPU, scheda madre e memorie.
Lungi dal poter fornire "numeri magici" che possano quantificare esattamente la velocità di un sistema nell'uso reale
(traguardo fuori della portata di qualsiasi benchmark sintetico), questi test si dimostrano comunque utili nel valutare le
differenze tra un sistema ed un altro della stessa famiglia. Passando a commentare i risultati evidenziati nel primo grafico qui a fianco, notiamo anzitutto come, nonostante il chipset più "dotato" e la presenza della cache pipelined-burst, le differenze prestazionali tra le due schede siano inferiori al 6%; in particolare, l'indice iCPU è identico (il che era prevedibile, rimanendo uguale il processore).
Il secondo grafico evidenzia la velocità di Input/Output della scheda,
sia sul fronte della memoria che su quello del bus PCI: qui le differenze con la Microstar Triton sono più evidenti, ed emerge
ConclusioniBene, arrivati a questo punto possiamo trarre le conclusioni di questa nostra prova: la Soyo SY5TF2 è indubbiamente una scheda con un eccellente rapporto qualità/prezzo (il prezzo medio al pubblico si aggira sulle 200-240.000 lire più IVA), non pone problemi e fornisce ottime prestazioni; se avesse avuto qualcosina in più, ovvero la TAG SRAM da almeno 9 bit, il cavetto/connettore PS/2, l'alimentazione per la ventolina direttamente sulla scheda, e magari la possibilità di settare una frequenza base di 75 MHz per i Cyrix-IBM P200+ -che hanno un core clock di 150MHz grazie ad un moltiplicatore x2-, sarebbe stata praticamente perfetta, ma già così rappresenta sicuramente un ottimo acquisto.Senz'altro da promuovere appieno la tecnologia "pipelined-burst" per la cache di secondo livello: permette di migliorare in modo sensibile il throughput con poca spesa, ed è rapidamente diventata uno standard; tuttavia, l'impatto finale sulle prestazioni è probabilmente inferiore a quanto ci si potrebbe aspettare. Cosa dire, infine, del chipset Triton-II HX ? Indubbiamente un passo avanti rispetto al Triton, ma non così evidente: chi ha una buona scheda madre Triton (specie se dotata di cache pipelined e di regolatori di tensione per le CPU da 2.5 - 2.9 V) probabilmente non troverà validi motivi per passare al nuovo chipset.
Sui sistemi 486, avere 256KB di cache anzichè 128 dava spesso prestazioni leggermente superiori: infatti, poiché la SRAM viene prodotta, generalmente, in chip da 32 KB su ampiezza di 8 bit o in chip da 128 KB su 32 bit, 256KB di cache forniscono un'ampiezza di bus di 64 bit, il che permetteva di organizzarla su due banchi (il 486 ha un bus dati da 32 bit) in grado di funzionare in interleaving minimizzando il tempo necessario per gli accessi successivi al primo.
Apparirebbe logico aspettarsi un funzionamento simile per i sistemi Pentium, moltiplicando il tutto per 2 (il Pentium ha un bus
dati da 64 bit, occorrono dunque 512 KB di cache per "formare" due banchi). Naturalmente, i sistemi con 512 KB di cache pipelined hanno ugualmente una certa diffusione, grazie al miglior hit rate fornito (specie quando la RAM da coprire supera i 64 MB); paradossalmente, però, perdono qualcosa nei cicli cache "back-to-back".
Quando occorre eseguire due letture burst consecutive, anziché limitarsi ad effettuare 2 cicli burst uguali (avendo quindi
un timing del tipo Y-X-X-X-Y-X-X-X), con il Triton-II è infatti possibile attivare il cosiddetto "trasferimento
back-to-back": in pratica, si elimina la necessità di inizializzare il secondo ciclo di lettura, ottenendo in pratica
un'unica lettura burst del tipo Y-X-X-X-X-X-X-X. Con cache pipelined burst, il timing esatto è 3-1-1-1-1-1-1-1, con un
risparmio di 2 cicli di clock rispetto a due burst read "separate". Per un approfondimento sul funzionamento della cache memory e sui cicli burst, vi rimandiamo al relativo articolo su questo numero di BETA.
Come abbiamo effettuato le prove Testare le prestazioni di un computer non è facile. Sull'utilità (o inutilità) dei vari benchmark sintetici è stato scritto molto, e non è questo il momento di riprendere il discorso. Noi pensiamo che, analogamente, ad esempio, all'automobile, un elaboratore vada testato nelle sue condizioni di uso comune per capire se ha le prestazioni che noi ci aspettiamo: come è forse inutile testare una utilitaria sull'anello di Nardò, lo è testare su dei rendering un computer da destinare a server di rete. Tuttavia, per confrontare le prestazioni "assolute" di un sistema rispetto ad un altro, per capire se abbiamo azzeccato i settaggi del chipset, se il processore X è davvero più veloce del processore Y e così via, ci sembra difficile rinunciare a selezionare alcuni test, da effettuare possibilmente con le stesse "condizioni al contorno".
I test da noi scelti fanno parte di una rosa provvisoria: con il tempo, potremmo cambiarne una parte o tutti. Alcuni di essi sono
stati realizzati da noi (iCPU ed iRAM), altri sono stati scelti dal mondo shareware/freeware. Passiamo ad una breve descrizione dei vari test, partendo dai benchmark veri e propri (il gruppo di indici del grafico n.1)
L'indice iCPU viene fornito da un benchmark da noi sviluppato, che esegue calcoli interi a 32 bit su un ristretto insieme
di dati ben "cacheable": è fortemente indicativo della "potenza bruta di calcolo" della CPU sugli interi. Gli indici facenti parte del secondo grafico non possono essere considerati dei veri e propri benchmark, in quanto misurano essenzialmente la velocità di Input/Output di alcuni sottosistemi (memorie, dischi, schede grafiche), in termini quindi di byte per secondo. Le prestazioni della cache di secondo livello e della memoria centrale sono fornite nuovamente da PC-Config, così come il Transfer Rate massimo dell'hard disk; il throughput della scheda video è invece misurato da CTCacheMesser, ottimo test freeware sviluppato dal team della rivista tedesca C'T e reperibile anch'esso su Internet. Noi di BETA stiamo comunque sviluppando una nuova serie di benchmark, che sostituiranno iCPU ed iRAM fornendo un quadro più completo, sperabilmente comprensivo anche di test su video e dischi. Questi benchmark, dopo adeguato collaudo, saranno pubblicamente distribuiti.
Fernando Carello è reperibile su Internet tramite la redazione, oppure sul sito di BETA all'indirizzo techcoord@beta.it |
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