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SuSE Linux 5.3L'ultima versione della più diffusa distribuzione europea
Andrea Ghirardini
SuSE (http://www.suse.de/e) è probabilmente la più diffusa distribuzione in Europa e non a caso visto la sua completezza e la cura con cui è stata realizzata. Dall'esternoSe il detto "anche l'occhio vuole la sua parte" è vero allora la scatola della SuSE 5.3 fa sicuramente il suo lavoro. La pachettizzazione del prodotto è molto ben realizzata, con una scatola di un grigio sfumato molto elegnate su cui capeggia lo studio di una funzione tridimensionale. Un bell'adesivo nell'angolo richiama l'attenzione sul fatto che all'interno è contenuto il KDE 1.0 e la bandierina italiana fa ben capire che il prodotto è stato localizzato.Sul retro una lunga descrizione introduce al contenuto interno mentre nella costolatura nera al lato è riportato un lungo elenco di compatibilità con la maggior parte dell'hardware attuale. A questo punto una delle poche note di demerito a questa distribuzione: la traduzione è stata fatta da persone che non sono di madrelingua italiana, e si vede. Alcune frasi sono esatte ma imprecise o perfino confuse e qualche errore di ortografia si fa vedere anche sulla confezione. Peccato dato che il resto è particolarmente curato. Unica nota personale del sottoscritto ai produttori di distribuzioni: vorrei vedere qualche pinguino in più. Dato che Tux (il pinguino in sovrappeso tanto caro a Linus Torvalds) è oramai diventato la mascotte e simbolo ufficiale di Linux vorrei vederlo capeggiare sulla costolatura delle distribuzioni. Attirerebbe subito lo sguardo e farebbe si che la scatola non si perda negli scaffali dei negozi di computer. Aperta la scatola vi troviamo un cofanetto con 5 CD-ROM, due manuali, un dischetto di boot ed infine la cartolina di registrazione, completa di numero di serie, per registrarsi ed usufruire quindi dell'assistenza gratuita per 60 giorni. DocumentazioneIl primo manualetto, in italiano, è un'introduzione a Linux e una dettagliata guida all'installazione del sistema. La prima parte spiega in sintesi cosa è Linux e perché quest'ultimo è superiore ad altri sistemi operativi commerciali sul mercato. Vengono inoltre discussi i vantaggi del free software e vengono dati dei puntatori a documenti su Internet che approfondiscono l'argomento. La successiva parte introduce invece all'installazione del sistema e all'uso dello YAST, il programma per l'amministrazione di sistema della SuSE 5.3. Lo stile è semplice e diretto un po'sulla falsariga della famosa serie "... for dummies" (tradotta in Italia da Apogeo con il titolo "... senza paura") solo un po'più seria.L'altro manuale, in lingua inglese,è un testo molto preciso ed approfondito sulle peculiarità della distribuzione SuSE. Tratta l'uso e la configurazione del sistema mediante i vari programma forniti e documenta la posizione e la sintassi dei principali file di configurazione. Inoltre fornisce una panaramica delle principali configurazioni di una macchina Unix (firewall, host, server di rete, news, workstation scientifica, grafica...) ed un ottimo capitolo che accenna ai problemi di sicurezza. Uno dei pochi manuali che mi hanno fatto venire la voglia di leggerli subito. InstallazioneIl primo cd della distribuzione è masterizzato con le estensioni El Torrito e quindi è direttamente utilizzabile per fare il boot. Nel caso la nostra macchina non sia provvista di questo meccanismo il dischetto in dotazione ci viene in aiuto. Dopo aver eseguito il boot e caricato quindi il kernel la prima videata ci chiede di scegliere la lingua da utilizzare per l'installazione (scelta fra le principali lingue europee), se abbiamo un monitor in bianco e nero o a colori ed infine il layout della tastiera. A questo punto compare il primo menù del programma di installazione. E' possibile vedere i messaggi del kernel al boot (come se digitassimo un dmesg) oppure procedere direttamente al caricamento dei moduli necessari per completare l'installazione.Non è previsto nessun meccanismo di riconoscimento automatico delle schede come quello presente nella Red Hat 5.1 che in questo caso si dimostra superiore. In questa fase è possibile scegliere i moduli per la scheda di rete, il controller SCSI o il CD-ROM necessario per effettuare l'installazione. Una volta linkati i moduli necessari si passa alla seconda parte dell'installazione. Si sceglie il media necessario (CD-ROM, nfs, ftp o hard disk) e si passa al partizionamento del disco fisso. SuSE lancia un programma apposito che però è limitato alla creazione di partizioni Linux e Linux swap (type 82 e 83). Dovendo effettuare un partizionamento più complesso è comunque possibile entrare nella seconda virtual console ed usare il piu scomodo ma potente fdisk. A questo punto viene lanciato lo YAST con il quale si scelgono i pacchetti rpm da installare. La divisione dei pacchetti segue lo schema della slackware con vari set di dischi divisi per tema (anche i nomi dei set di dischi è lo stesso). La quantità di pacchetti disponibili è seconda solo a quella della debian e questo è uno dei punti di forza della SuSE. Gli utenti Red Hat sono spesso costretti a visitare la directory /contrib del sito principale della casa madre per cercare dei programmi che non sono stati inclusi nella distribuzione. Attenzione se volete installare tutto, è oltre un 1 Gb di programmi! Unica nota al riguardo riguarda le versioni dei pacchetti. Alcuni, ma solo alcuni, sono piuttosto datati e quindi sarete costretti a scaricarvi a mano da Internet l'ultima versione. Una volta scelti i pacchetti che vogliamo installare lo YAST effettua un ultimo controllo sulle eventuali dipendenze o conflitti dei pacchetti, avvisandoci in caso di problemi, e cominicia ad installare. La distribuzione, come ho precedentemente scritto, è molto corposa e quindi è suddivisa in svariati CD-ROM. Lo YAST installa quindi i programmi scelti in maniera da minimizzare i cambi di disco necessari. Ultima cose da fare a questo punto è inserire la password di root e installare il LILO mediante il comodo programma che ci fornisce lo YAST. Al successivo reboot, una volta effettuato il login, è possibile configurare X-Window. Al contrario della Red Hat infatti, SuSE non configura la scheda grafica in fase di installazione. I programma che si possono utilizzare sono xf86config, XF86Setup e SAX il programma sviluppato da SuSE. Secondo un loro rappresentante l'uso di SAX ha ridotto del 38% il numero totale delle chiamate al loro centro di assistenza. Io l'ho lanciato ma devo ammettere che mi sono perso tra le sue schermate: c'è da dire che io sono uno che considera xf86config il massimo dell'interattività. PeculiaritàSe, come me, avete utilizzato Red Hat per parecchio tempo, dovrete abituarvi alle differenze esistenti tra le due distribuzioni a livello di dispozione dei file. SuSE assomiglia molto ad HP-UX sebbene non abbia le idiosincrasie di quest'ultimo sistema (chi di voi penserebbe mai di andare a cercare il ping in /etc?). Vediamo di analizzare le principali:
SuSE ha molte particolarità atte a facilitare di molto la vita dell'utente e del sysadmin che utilizzano questa distribuzione. La prima è il file /etc/rc.config. All'interno di questo file lo YAST scrive un certo numero di variabili d'ambiente che influenzano il comportamento di svariati programmi e moduli del sistema. Variando il valore di queste variabili ed effettuando il parser del file tramite SuSEconfig si puo' facilmente adeguare l'ambiente alle nostre esigenze. Un esempio è la variabile DISPLAYMANAGER. Impostando questa su kdm ed eseguendo un boot a runlevel 3 verrà automaticamente lanciato il kdm al posto di xdm. Da qui poi, mediante un menù apposito si potrà accedere al desktop dell'utene scegliendo il window manager che più gli aggrada (per la cronaca Afterstep, fvwm2, fvwm95, Enlightenment ed infine Kde). E questo è solo un piccolo esempio. Con questo file è possibile ad esempio impostare cose molto più complesse come le politiche di firewalling dell' host. I menù e il comportamento dei vari wm è facilmente modificabile tramite il programma SuSEwm. Inoltre lo YAST si incarica di aggiungere ai menu dei vari wm gli eseguibili degli rpm che provvediamo ad installare. Infine lo YAST da solo meriterebbe un articolo approfondito per coprire tutte le sue funzioni. Lo potremmo considerare il cuore della distribuzione SuSE e tramite esso possiamo intervenire sulla maggior parte delle funzioni del sistema. Molto interessante la parte di configurazione delle stampanti. Con lo YAST possiamo creare automaticamente le code di stampa necessarie e configurare l'apsfilter per gestire i vari formati di stampa. Ogni volta che si aggiunge una nuova stampante tramite lo YAST vengono automaticamente create tre code, denominate lp, ascii e raw. La prima è mediata tramite ghostscript e serve per stampare file postscript, la seconda ci permette la stampa veloce di file ascii mentre la terza serve per stampare dei print job che sono già in formato comprensibile alla nostra stampante ( un po' come fare un cat nome_file > /dev/lp1). Un difetto dello YAST è quello di non poter dare un nome alle code di stampa create. La prima stampante avrà associate le code lp, ascii e raw, mentre le altre saranno tutte nome_filtro_aps_lp, nome_filtro_aps_ascii e nome_filtro_aps_raw. Certo mantiene una certa continuità però preferisco immensamente il programma del control panel della Red Hat che svolge lo stesso lavoro egregiamente e fornisce maggiore libertà di azione. UtilizzoL'utilizzo della SuSE è un vero piacere. Tutto è pronto, comodo a portata di mano e ben configurato. Il sistema è estremamente stabile. Infatti la scelta di SuSE (pur se opinabile da un certo punto di vista) è stata quella di compilare tutto il sistema usando le libc piuttosto che le nuove glibc, che comunque sono presenti per permettere ai programmi compilati con quest'ultime di funzionare correttamente. Questa scelta è stata dettata al fine di privilegiare la stabilità assoluta del sistema pur a scapito delle funzionalità introdotte dalle nuove librerie. SuSE adotterà le glibc con l'uscita della prossima release basata sul kernel 2.2 da tempo atteso.Il kernel installato è il 2.0.35 compilato in maniera completamente modulare. Non è necessario ricompilare il kernel se non per ottimizzazioni o funzionalità particolari. Nel caso doveste farlo tenete presente che i sorgenti del kernel installati di default sulla SuSE sono modificati rispetto alla versione ufficiale del 2.0.35 in quanto includono già le patch uscite per questa release. In ogni caso nei CD sono contenuti anche i sorgenti originali. La dotazione di applicazioni è immensa e richiede qualche mese di prove e test per riuscire ad avere, come minimo, un'idea di tutto ciò che ci troviamo davanti. Devo ammettere che dopo un paio di settimane d'uso sulla mia macchina di test, ho fatto un bel backup su DAT dei file importanti del mio computer principale, ho eliminato la Red Hat 5.1 e l'ho felicemente sostituita con la SuSE 5.3. La manutenzione e la configurazione del sistema è molto più' semplice ed anche un pigro come me si trova ad avere un sistema ordinato e ben funzionante. Ho mostrato trionfante ad un amico il nuovo sistema in tutta la sua gloria, con il kdm con tanto di fotografie associate agli utenti, le applicazioni Windows che funzionavano attraverso Wine, l'emulatore per lo ZX Spectrum e il C64 attivi in due finestre separate e una tonnellata di applicazioni configurate nel menù del kpanel del KDE. E' rimasto entusiato ed ha ben pensato di installarla sul nuovo computer che si è preso. Ora lavora senza problemi con Linux SuSE 5.3, Linux Office 99 (la suite di Office di SuSE comprendente Applixware 4.4.1, the GIMP 1.0, KDE e ADABAS SQL Server Personal edition) e si diverte pure a mostrare agli amici la velocità del suo Pentium in confronto ai nuovissimi Pentium II affossati da applicazioni sempre più elefantiache. ConclusioniBrava SuSE! Da quando ho comprato la prima SuSE il negozio che me l'ha venduta ne ha ordinate e vendute altre 11 e solamente perché i miei conoscenti l'hanno vista girare sulla mia macchina di test, prima, e sul mio PC principale, dopo. E questa è la miglior testimonianza per un prodotto.Il taglio di questa distribuzione è general purpouse e risulta essere un misto tra la facilità d'uso di Red Hat e la completezza della GNU/Debian. Il tutto condito da una precisione ed una cura tipica dei teutonici. Consigliata spassionatamente.
Andrea Ghirardini è Collaboratore di BETA dal 1998; lavora come tester di nuove tecnologie e di sistemi di network e system management in Sodalia spa ed è raggiungibile su Internet tramite la redazione oppure all'indirizzo andrea@sodalia.it. Copyright © 1998 Andrea Ghirardini, tutti i diritti sono riservati. Questo Articolo di BETA, insieme alla Rivista, è distribuibile secondo i termini e le condizioni della Licenza Pubblica Beta, come specificato nel file LPB.
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