(Serie Articolo: Netquette, questa sconosciuta)
Aggiornamento
Rispondere all'email
Luciano Giustini Direttore, BETA
Pensate che vi chiamino alla porta e voi aprite l'uscio
di casa guardando in faccia il vostro visitatore. Egli potrà dire qualsiasi
cosa, ma voi manterrete il più imperscrutabile riserbo.
Immaginate poi di rispondere al telefono. La persona che è all'altro
capo del telefono dirà "pronto" una o più volte, ma voi
dopo aver fatto scena muta riabbasserete la cornetta.
Esagerazione? No. E' l'effetto che
si ottiene quando non rispondete ad una e-mail su Internet.
Una e-mail, beninteso, che sia stata indirizzata a voi, e naturalmente
non di spam o di sconosciuti scocciatori. Ma una normale
lettera elettronica. Tuttavia, il nome lascia intendere al comune sentire
che si tratti di equipollenza della lettera. Niente di più
sbagliato. La lettera è un qualcosa che si riceve fisicamente, si apre, si
sfoglia, si legge, si rilegge, si archivia, o al più si cestina.
La lettera elettronica no: essa può includere una risposta, che il
più delle volte non è esplicitamente richiesta. Non
siate così certi che le convenzioni su Internet sono
quelle che state pensando. Anche se lì per lì vi
sembra che pochissime mail richiedano una risposta, il fatto che ci
sia in ballo la velocità del mezzo e la considerazione
che la risposta è a portata di un clic, genera
un'aspettativa che sarebbe un errore sottovalutare o, peggio, ignorare.
Qualcuno manda una lettera sapendo che voi la leggerete. Altrimenti torna indietro
come errore. E con ogni probabilità attende indietro un parere, anche
se magari solo per dire "ok". Se tenete presente l'esempio del
telefono non correrete il rischio di incomprensioni.
Prima di tutto sarà considerata maleducazione non onorare una e-mail
che richiede una esplicita risposta. Quale sia il grado di sopportazione
per una serie di risposte non date lo deciderà il vostro
interlocutore, ma in generale se alla fine trovate scritto:
"Cosa ne pensi?"
E non vi fate sentire per un mese l'attrito è sicuro.
In secondo luogo, se avete mai avuto occasione di scambiare e-mail
professionali, vi sarete accorti che spesso non hanno risposta, sia se è richiesta sia no. Il loro
invito spesso cade nel vuoto, tanto che ormai molte di esse hanno
la risposta incorporata:
"Nel caso non la sento, decideremo per la prima soluzione, altrimenti
se non avremo sua risposta per martedì opteremo per l'altra soluzione".
I rapporti di forza decisi nel mondo lavorativo
decretano un aumento di maleducazione, ma non facendoci caso nell'e-mail
si rafforza l'uso scorretto. O, peggio, la sottovalutazione. Non scordiamo
che da alcuni impiegati e manager l'e-mail è considerata poco più che un gioco.
L'equivoco, anche in questo caso, nasce dalla
mancata comprensione della metafora elettronica. L'e-mail è un flusso continuo
di chiacchiericcio, o se preferite è una chat a tempo discreto,
con l'effetto di collegare due persone invece che su una linea telefonica su
una rete geografica con tempi e modi che permettono la riflessione.
Se due impiegati parlano al telefono di un
progetto comune tra le rispettive società, difficilmente
accetteranno lunghe pause di silenzio. Ugualmente quando si evita
una risposta, si definisce una pausa, che, però a differenza
del telefono dove c'è una reazione immediata, può
generare problemi non sempre di natura individuabile immediatamente.
Un esempio me l'ha dato alcuni giorni fa un amico, dirigente di una società di networking.
Quando gli ho chiesto come mai la sua società avesse rotto
i rapporti con un partner strategico, mi ha detto
visibilmente seccato: "Non rispondevano mai alle e-mail!".
E' emerso che da mesi andava avanti ormai
una politica di "e-mail inutili", da parte degli impiegati di questa società,
che alla fine ha fatto letteralmente esplodere i nervi alla prima.
Il fatto che la partnership fosse strategica ha contribuito non poco
alla rottura dei rapporti: con un partner strategico ci si aspetta
di avere la massima interattività, che è molto
importante nella definizione dei progetti comuni. Con queste
premesse, ha concluso il mio amico, non si capiva
quali tipi di "strategie" potessero essere fatte con loro.
Il non rispondere, in generale, è la
decisione di iniziare un rapporto più freddo col nostro
interlocutore. Questo può essere dovuto anche alle
circostanze. Spesso la sensazione di essere
"scocciati" fa scattare il meccanismo di non risposta.
Altre volte è come dire "ho letto ma per
il momento non ho niente da dire". Una specie di no-comment
ad una situazione magari difficile per i più vari motivi.
Insomma meglio meditare sull'uso sociale dell'e-mail. E se nei rapporti
lavorativi il rischio di una risposta in meno è una tensione in
più, per le amicizie può essere anche
più spiacevole perchè molto probabilmente non ve
lo faranno notare.
E non pensate alle lettere. In America le chiamano
snail mail, posta lumaca.
Parte 1: Netiquette, questa sconosciuta
Parte 2: Spam, metodi di riconoscimento ed eliminazione
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